La malattia nasconde un messaggio cifrato.
Questo elaborato, non vuole essere solo un lavoro di ricerca, ma soprattutto, un mezzo per giungere a delle riflessioni e per trarne anche delle conclusioni personali, che nascono dopo approfondite ricerche e la messa a confronto delle opinioni e degli studi dei maggiori esponenti in materia. In seguito questa ricerca, mi sono fatta l’idea, che tra le cause principali da cui trae origine il BED, vi è il rapporto tra: ”Cibo ed Emozioni”.
Se al posto di vedere questa patologia come un nemico, noi provassimo a insegnare al nostro assistito guardarla in faccia per cercare di capire cosa si nasconde dietro ad essa, forse essa non sarebbe più vista come un nemico, ma un alleato.
Se la malattia è considerata come un “messaggio cifrato”, un sintomoo un insieme di sintomi sono i segnali e anche le chiavi interpretative dei nostri bisogni profondi, intimi, dei nostri vuoti dell’anima, anima che esprime la propria sofferenza o la propria necessità di crescere attraverso il corpo che la ospita. Comprendendo questi segnali si possono risvegliare in noi le forze dell’Auto guarigione “VIS VITALIS”, che ci consentono non solo di sconfiggere la malattia, ma anche di evolverci spiritualmente. Con quest’approccio cura i suoi pazienti RuedigerDahlke, medico tedesco 61enne autore di diversi libri e fondatore dell’HeilkundeZentrum, il centro di guarigione olistica di Johanniskirchen in Germania. Il dottor Dahlke deve la sua fama alla cosiddetta medicina interpretativa, approccio diagnostico e terapeutico che ha sviluppato e diffuso negli ultimi trent’anni.RuedigerDahlke, da trent’anni applica la medicina interpretativa, secondo cui i sintomi della malattia sono il segnale della sofferenza dell’anima. R. Dahlke nel libro “malattia come simbolo” dice, che la fame di vivere è saziata abbuffandosi, invece che facendo esperienze di vita, per cui per elaborarla consiglia di riconoscere negli attacchi di fame la fame di vivere e trasferirla sul piano spirituale.[1]
Per quanto riguarda la mania di abbuffarsi, ci dice che ha come significato: il tentativo di incorporare tutto e di diventare una cosa sola con tutto. Il principio primario è venere.[2]Quando le abbuffate provocano anche sovrappeso, Dahlke ci spiega che la pienezza esteriore sostituisce quella interiore, quindi, questi soggetti soffrono di un grande vuoto interiore. Dahlke ci spiega, che questi soggetti hanno bisogno di dedizione, amore e protezione che vivono attraverso il cibo; il cibo e da loro visto come premio e il grasso rappresenta uno strato protettivo, una specie di corazza contro l’ambiente insensibile.[3] Questi soggetti ingrassando cercano di proteggersi da ciò che non riescono a vivere, chissà forse per paura di soffrire. Dahlke spiega come elaborare questo sintomo, e dice di procurarsi dedizione e compenso attraverso altre forme di piacere diverse dal cibo; per quanto riguarda il mangiare spizzicare consapevolmente con gusto e non con voracità e compulsione; cercare un surrogato del cibo, imparare a proteggersi in modi diversi da quello con l’isolamento tramite il grasso, cercando quindi di credere di più in se stessi accettando il ruolo del proprio sesso imparando a mostrarlo all’esterno, aumentare di peso a livelli più evoluti, imparare a farsi largo nella vita.Infine il riscatto si può avere con l’amore che include il corpo, l’anima e lo spirito, “sentirsi rotondi” accrescere il proprio peso spirituale, essere importanti anziché obesi, essere appagati interiormente.[4]
Il libro “Malattia come simbolo” è una specie di dizionario, le regioni del corpo e gli organi hanno ciascuno un significato simbolico. I sintomi vanno interpretati a proposito degli organi o alle regioni del corpo e, infine, il significato legato a un sintomo permette l’individuazione di vie interne ed esterne per liberarsi dalla malattia. Il libro stesso è quindi una sorta di manuale di auto-difesa, che mette l’utilizzatore in condizione di assumersi la responsabilità di gli incombenti compiti d’apprendimento segnalati dalla malattia. Non bisogna mai dimenticare che anche nelle sfide più difficili abbiamo la possibilità di vedere le opportunità nascoste e mettere in moto un meccanismo di guarigione che parte dalla nostra essenza più profonda. Dopo avere rimosso gli ostacoli, la saggezza del nostro corpo può entrare in azione affinché la salute non si limiti, a essere qualcosa di esteriore e di astratto, ma qualcosa di cui si può fare un’esperienza interiore, concreta. I passaggi da una fase all’altra della vita ci permettono di evolverci e le crisi esistenziali che si attraversano durante queste fasi rappresentano occasioni per trasformare e migliorare la nostra vita. È la nostra anima che abita nel nostro corpo; noi non siamo solo corpo, ma soprattutto anima. La malattia del corpo è il livello più materiale della mancanza di salute e per uscirne non possiamo limitarci solo alla materialità della malattia.
[1]R. Dahlke, Malattia come simbolo, Mediterranee, s.l. 2010, pp.136-137
[2]R. Dahlke, Malattia come simbolo, Mediterranee, s.l. 2010, p. 217
[3]R. Dahlke, Malattia come simbolo, Mediterranee, s.l. 2010, p.463
[4]R. Dahlke, Malattia come simbolo, Mediterranee, s.l. 2010, p.p. 464-465
Tratto dalla tesi:
Alimentazione ed Emozioni :
Approccio Naturopatico al Binge Eating Desorder (BED)
Dott.ssa Michela Mollica
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Un Commentatore Di WordPress
16 Settembre 2023Ciao, questo è un commento.
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